Poi un giorno la tua vita cambia

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Come vi dicevo ero un bambino come tanti: giocavo sempre in giro con i miei amici, abituato alla campagna, lasciato spesso sperimentare nella tranquillità e nella sicurezza di un piccolo paesino dove tutti si conoscono e dove tutto sembra scorrere immutabile e pacifico.

Mangiavo poco, quello sì!
Ero talmente preso da mille cose da scoprire in giro per boschi e campi...ero iperattivo, sempre in movimento, sempre curioso, sempre allegro, sempre irrefrenabile e scapestrato.

Tutti in casa si arrovellavano il cervello cercando di farmi mangiare con mille escamotage, ma non c'era niente da fare. La priorità per me era il gioco. Non avevo tempo di fare niente, solo giocare!

C'era chi mi diceva che ero fatto solo da ginocchia e orecchie. - Sembri un somaro - mi dicevano in perugino; e come biasimarli, era l'unica cosa che risaltava visibile del mio fisico.

Mia mamma spesso mi correva dietro implorandomi di mangiare un boccone e mille erano i tentativi di farmi uscire dalla condizione di digiuno che mi auto infliggevo senza apparente motivo. A volte mi portava a vedere gli animali che allevavamo in cortile; altre mi portava ad ammirare i fiori e nel distrarmi nel farmeli strappare o raccogliere, con la furbizia mi infilava qualcosa in bocca sperando che masticassi con appetito.

Molte volte a quella buon anima dei miei nonni, gli ho fatto perdere la pazienza. Ne hanno viste di cotte e di crude e si sono dovuti ingegnare più di una volta per scoprire le mille marachelle che combinavo in giro.

Ancora mi domando come mia nonna non sia morta di crepacuore ad un età molto più giovane.

Ancora mi ricordo quante volte mi è corsa dietro con la scopa promettendo di picchiarmi e poi non lo faceva mai!

Ma questa è un altra storia...

Vi dicevo, poi un giorno la tua vita cambia!

In quelle mille giornate e serate passate tra i soliti amici della mia età e quelli più grandi, nessuno, tantomeno io, avrei potuto immaginare quello che il destino avrebbe potuto riservare per me e per altre persone che mi circondavano.

Sapete, in questi piccoli paesini di campagna è molto solito che le compagnie siano il più possibile miste.

Per misto intendo sia miste in termini di età che in termini di generi sessuali.

Qui addirittura le scuole elementari si frequentavano in pluriclasse, una roba che sembra di altri tempi lontani, ma vi assicuro che è successo solo pochi anni fa e forse da qualche parte succede ancora.

In queste condizioni, qui siamo tutti cresciuti come se fossimo in una grande famiglia in fondo, condividendo il più possibile e dove tutti sapevano tutto di tutti...o quasi.

Inoltre mia sorella, per varie vicissitudini familiari, è più grande di me di svariati anni e quindi, anche per questo, spesso venivo affidato a lei, soprattutto le sere d'estate quando si usciva molto di più e le giornate essendo più lunghe si prestavano ad attività ricreative fino a dopo cena.

Da piccolo ho sentito mille racconti su come e perché sono nato, sulla morte di mio fratello e sull'aborto di mia madre prima che avesse me e forse inconsciamente tutte queste cose hanno influito sulla mia crescita e su come poi si è sviluppato il mio modo di vedere il mondo. Sono sempre stato molto riflessivo fin da quando ne ho memoria, solare ma introverso, iperattivo ma scostante; sono sempre stato tutto e il contrario di tutto, in continuo cambiamento e in continuo rinnovamento. Quando pensavi di avermi conosciuto, ecco che veniva fuori un lato nuovo di me, qualcosa che già era dentro e che magari aspettava di emergere, ma che fino a quel momento non avevo mai mostrato a nessuno.

Infatti oltre a tutto quello che mi ha descritto fin ora, in fondo sono sempre stato un bambino molto brillante che riusciva in quasi tutto, ma che allo stesso tempo usavo questa dote con umiltà e con una dolcezza e una gentilezza alla quale probabilmente, gente molto più semplice di me, non sapeva rispondere e per questo non sapeva gestire.

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